Il paese era molto giovane, i soldati a cavallo erano la sua difesa. Il verde brillante della prateria dimostrava in maniera lampante l'esistenza di Dio, del Dio che progetta la frontiera e costruisce la ferrovia. A quel tempo io ero un ragazzo che giocava a ramino, fischiava alle donne. Credulone e romantico, con due baffi da uomo. Se avessi potuto scegliere fra la vita e la morte, fra la vita e la morte, avrei scelto l'America.
Tra bufalo e locomotiva la differenza salta agli occhi: la locomotiva ha la strada segnata, il bufalo puo scartare di lato e cadere. Questo decise la sorte del bufalo, l'avvenire dei miei baffi e il mio mestiere. Ora ti voglio dire: c'e chi uccide per rubare e c'e chi uccide per amore, il cacciatore uccide sempre per giocare, io uccidevo per essere il migliore. Mio padre guardiano di mucche, mia madre una contadina. Io, unico figlio biondo quasi come Gesu, avevo pochi anni e vent'anni sembran pochi, poi ti volti a guardarli e non li trovi piu. E mi ricordo infatti di un pomeriggio triste, io, col mio amico 'Culo di gomma', famoso meccanico, sul ciglio di una strada a contemplare l'America, diminuzione dei cavalli, aumento dell'ottimismo. Mi presentarono i miei cinquant'anni e un contratto col circo "Pacebbeene" a girare l'Europa. E firmai, col mio nome e firmai, e il mio nome era Bufalo Bill.
Giovane esploratore Tobia, quindici anni a Settembre, pressapoco un bambino. Scrive il suo nome nella grotta del bue marino, con la sua strana calligrafia, giovane esploratore Tobia.
Giovane esploratore Tobia, nato da un padre d'acciaio e da una madre distratta. Alle spalle un'infanzia igienicamente perfetta, morbillo, tristezza e nessun'altra malattia, giovane esploratore Tobia.
Giovane esploratore Tobia, parte per la gita scolastica e non sa che fare. Gira la testa e vede un vagone bruciare, tira l'allarme e salva la ferrovia, giovane esploratore Tobia.
La notte si annunciava chiara, la sera era serena, la gente nel cinema assisteva seria al magico "Quattro per quattro" del circo di Brema. Nel cielo all'improvviso si apri un lampo, la pellicola di colpo si spezzo e apparve all'improvviso sullo schermo un pellegrino vestito di Schifon. E il silenzio piombo come un veleno e tutti cominciarono a pregare, levato il piccolo Ninetto scemo che continuo a giocare.
Con una mano dentro ai pantaloni e un piede leggermente sollevato urlo nel cinema la sua domanda: "Chi e che ti ha mandato?". E il pellegrino si guardo le unghie e disse: "Cosi sia, facciamo presto, chi mi manda non parla questa lingua e non importa che sappiate il resto.
E troppo tempo che cammino, vengo dalla montagna e vado al mare, e troppo tempo che cammino e questa sera mi vorrei fermare". E tre angeli nella notte, con le catene sotto il giaccone, facevano la guardia al ministero come rondini sul balcone.
E nella notte, alle loro spalle, le loro voci diventavano fumo. Qualcuno cominciava ad aver paura, ma non parlava nessuno. E sotto un fondale di stelle gli impiegati della compagnia rubarono tutta la frutta dagli alberi e la portarono via.
Lui adesso vive ad Atlantide con un cappello pieno di ricordi ha la faccia di uno che ha capito e anche un principio di tristezza in fondo all'anima nasconde sotto il letto barattoli di birra disperata e a volte ritiene di essere un eroe
Lui adesso vive in California da 7 anni sotto una veranda ad aspettare le nuvole e diventato un grosso suonatore di chitarre e stravede per una donna chiamata Lisa quando le dice tu sei quella con cui vivere gli si forma una ruga sulla guancia sinistra
Lui adesso vive nel terzo raggio dove ha imparato a non fare piu domande del tipo conoscete per caso una ragazza di Roma la cui faccia ricorda il crollo di una diga? io la incontrai un giorno ed imparai il suo nome ma mi porto lontano il vizio dell'amore
E cosi pensava l'uomo di passaggio mentre volava alto sul cielo di Napoli rubatele pure i soldi rubatele anche i ricordi ma lasciatele sempre la sua dolce curiosita ditele che l'ho perduta quando l'ho capita ditele che la perdono per averla tradita.
La cucina era vuota, il bicchiere a meta, l'uomo guardava serio il muro e poi seguiva il fumo che saliva lento verso la lampadina. La stagione era quasi finita, l'uomo pensava "Questa e casa mia". Nella stanza del letto, la donna grassa e nervosa, sfogliava un giornale a colori: la vita di una donna, bionda, famosa e ricca, con qualche anno in meno. Qualche anno di meno, penso, e lei somiglierebbe a me. E il tempo passa come una colomba sulla casa dell'uomo e della donna. Dentro una citta pulita e violenta la donna partori una stella e la chiamo Carmela, figlia di suo padre e sua madre, fiocco rosa da crescere in fretta. Rideva quasi sempre e piangere non piangeva, mai.
Che tipo d'uomo legge oggi il Vangelo, che t'hanno fatto agli occhi, Gesu Maria. Terza domanda: "Quanti hanno ho sotto il cielo e quante mosche ho torturato nella mia infanzia buona e cattiva?". Prima di diventare uno di loro quanto ci ho messo, quanta rabbia e quanto sesso dietro ai vetri. Discutevano in quattro in un tramonto italiano, di politica, estetica e matematica. Le loro sigarette tiravano il fumo al mulino e all'improvviso un'esplosione da lontano. Ed era l'ultima guerra e il primo amore, miti, tranquilizzanti, forse droghe pesanti o mani pietose che chiudono gli occhi. E adesso dimmi quando finira la guerra, e adesso dimmi quando finira la guerra, e adesso per favore dimmi quando finira la guerra, sono stufo di stare nella mia trincea di lusso. E a questo punto i tre quarti del pubblico cominciarono a fischiare, a gridare: "Ogni cosa a suo posto, quest'uomo e nel posto sbagliato!". Ed io vi ho solamente raccontato senza niente inventare, l'ultimo discorso registrato dell'uomo che voleva parlare, dell'uomo che voleva parlare.
Nella la citta dei fiori disse chi lo vide passare che forse aveva bevuto troppo ma per lui era normale. Qualcuno penso fu problema di donne, un altro disse proprio come Marylin Monroe. Lo portarono via in duecento, peccato fosse solo quando se ne ando. La notte che presero il vino e ci lavarono la strada. Chi ha ucciso quel giovane angelo che girava senza spada?
E l'uomo della televisione disse: "Nessuna lacrima vada sprecata, in fin dei conti cosa c'e di piu bello della vita, la primavera e quasi cominciata". Qualcuno ricordo che aveva dei debiti, mormoro sottobanco che quello era il motivo. Era pieno di tranquillanti, ma non era un ragazzo cattivo. La notte che presero le sue mani e le usarono per un applauso piu forte. Chi ha ucciso il piccolo principe che non credeva nella morte?
E lontano lontano si puo dire di tutto, non che il silenzio non sia stato osservato. L'inviato della pagina musicale scrisse: "Tutto e stato pagato". Si ritrovarono dietro il palco, con gli occhi sudati e le mani in tasca, tutti dicevano "Io sono stato suo padre!", purche lo spettacolo non finisca. La notte che tutti andarono a cena e canticchiarono "La vie en rose". Chi ha ucciso il figlio della portiera, che aveva fretta e che non si fermo?
E cosi fu la fine del gioco, con gli amici venuti da lontano, a deporre una rosa sulla cronaca nera, a chiudere un occhio, a stringere una mano. Alcuni lo ricordano ancora mentre accende una sigaretta, altri ne hanno fatto un monumento per dimenticare un po piu in fretta. La notte che presero il vino e ci lavarono la strada. Chi ha ucciso quel giovane angelo che girava senza spada?
Santa Lucia, per tutti quelli che hanno occhi e un cuore che non basta agli occhi e per la tranquillita di chi va per mare e per ogni lacrima sul tuo vestito, per chi non ha capito.
Santa Lucia per chi beve di notte e di notte muore e di notte legge e cade sul suo ultimo metro, per gli amici che vanno e ritornano indietro e hanno perduto l'anima e le ali.
Per chi vive all'incrocio dei venti ed e bruciato vivo, per le persone facili che non hanno dubbi mai, per la nostra corona di stelle e di spine, per la nostra paura del buio e della fantasia.
Santa Lucia, il violino dei poveri e una barca sfondata e un ragazzino al secondo piano che canta, ride e stona perche vada lontano, fa che gli sia dolce anche la pioggia nelle scarpe, anche la solitudine.