Ogni notte ti prepari Sempre bella sorridente Un' attrice che non cambia scena. La tristezza della luna Nella mani della gente Che possiede la tua finta gioia. Senza dirmi una parola Sei fuggita all'improvviso Hai capito forse che ti amo? Vorrei dirti non importa Il pensiero della gente E che ho in mente quella sera Era inverno e tu tremavi, Sulla neve risplendevi Dissi "e' la prima volta" Mi stringevi forte, forte... Ed un caldo, caldo, caldo... Dissi "e' la prima volta" Dissi "e' la prima volta" Diecimila, ventimila Sempre bella sorridente, Un' attrice che non cambia scena. Diecimila, ventimila, Nelle mani del cliente Che possiede la tua finta gioia.
(A. Pagliuca - A. Tagliapietra) Cemento armato la grande citta senti la vita che se ne va vicino a casa non si respira, e sempre buio ci si dispera. Ci son piu sirene nell'aria che canti di usignoli. E meglio fuggire e non tornare piu. Dolce risveglio il sole e con me. Nell'aria le note di una chitarra. la casa e lontana, gli amici di ieri, e tutto svanito , non li ricordo piu. Cemento armato la grande citta senti la vita che se ne va.
(A. Pagliuca - A. Tagliapietra) La gioia di cantare , la voglia di suonare il senso di raggiungere quello che non hai ecco un altro giorno come ieri , aspettare il mattino per ricominciare . La forza di sorridere , la forza di lottare la colpa d' esser vivo e non poter cambiare come un ramo secco , abbandonato che cerca inutilmente di fiorire . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La maschera di un clown in mezzo a un gran deserto un fuoco che si spegne , uno sguardo verso il cielo uno sguardo verso il cielo , dove il sole e meraviglia dove il nulla si fa mondo , dove brilla la tua luce .
Ti sei fatta ritrovare nel mezzo di un prato dentro ai tuoi logori blue jeans. Hanno detto che sembravi addormentata stringendo il tuo cappello nero. Con la maglietta ancora inzuppata di piogga e col sorriso dei tuoi anni. Hanno scritto che per te la musica e finita tra le quattro e le cinque del mattino. Come l'acqua chiara del ruscello che correva verso il mare correva via cosi in un pallido mattino l'ultima tua breve ora. Ed il vento che ti aveva baciato era il solo a farti compagnia
(A. Pagliuca - A. Tagliapietra) Una luce chiara si affaccia lentamente offre la visione di grandi bolle bianche la gente che le abita vive un nuovo giorno una nuova festa oggi come ieri. Non ci son segreti nelle sfere trasparenti si specchiano nell'aria si contagiano la gioia limpidi e sereni volano i pensieri le donne e le cicale discorrono d'amore. Le case di cristallo si muovono col vento scorrono le valli, rimbalzano sul mare ruotano leggere nel sorvolare i monti lasciano una scia come una cometa. Quando cala il sole il vento si riposa si fermano le sfere e formano un villaggio la gente si ritrova e si corre incontro per un'altra festa mentre muore il giorno.
Visi che un dolore eterno trasforma in maschere Voci che un silenzio antico ha reso senza suono Si riuniscono in un concerto per salutare il buio Come un rito che si ripete per abitudine.
Coi loro passi stanchi lungo il sentiero consumato Sono uniti nella tristezza che si contagiano In ognuno c'e solo fede per un miracolo E nell'attesa inerte alzano mani verso il cielo.
La speranza di un sorriso li fa rinascere Vibra il corpo alla percezione di quello che accadra Un' improvvisa luce si avvicina, ora e qui.